mercoledì 20 maggio 2015

I depressi non hanno narici


I depressi non hanno occhi, non hanno orecchie, non hanno narici. Non sentono gli odori e nemmeno le puzze.
Qualche giorno fa ne ho visti due, seduti su una panchina di fronte al mare accanto alla quale qualche genio incompreso aveva fatto installare una quantità spaventosa di cassonetti maleodoranti, nauseabondi.
Loro erano lì, immobili, impassibili, come due bambole di porcellana sullo scaffale di una vetrinetta, i pensieri impenetrabili, gli occhi vitrei e ciechi rivolti al mare, le orecchie sorde al rumore molesto dei motorini smarmittati, le narici insensibili a quella puzza disgustosa.
Una la conosco: aveva intrapreso la carriera universitaria. Poi chissà cos'è successo. Da qualche anno la vedo trascinare inconsapevolmente per le strade le sue scarpe sempre più consunte e suoi capelli sempre più radi, lo sguardo sempre più spento, gli abiti senza corpo, e vorrei fermarla, scuoterla come si fa per svegliare qualcuno che ha preso un sonnifero troppo forte, chiederle 'ti ricordi di me?', dirle 'vorrei fare qualcosa per te, riprendi in mano i tuoi libri, andiamo a comprare un paio di scarpe nuove, riaccendi il cervello, rimetti in funzione gli occhi: guarda quant'è bello il mare".
Vorrei dirle di aprire le sue narici, respirare a pieni polmoni quella puzza insopportabile e poi incazzarsi, urlare, imprecare, bestemmiare: vorrei dirle di vivere. Ma non so come si parla con un depresso, forse perché un depresso parla una lingua che conosce solo lui e che non s'impara in nessuna facoltà di Lingue. Puoi solo guardarlo e starci male.

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